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Viaggio nelle Chiese del F.E.C. a Rieti

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Mar 18, 2023 ##marzo

Dal 18 marzo 2023, alle ore 18:00 e per 5 sabato, inizia un Viaggio all’interno delle Chiese del Fondo Edificio di Culto del Ministero dell’Interno Italiano a Rieti. Con la Professoressa Ileana Tozzi e il giornalista Pierluca Aguzzi, si racconterà la Storia degli edifici dedicati al culto cristiano e alle funzioni religiose. Tutelate dal Governo Italiano con il sostegno della Diocesi Reatina con S. Rufo, S.Francesco, S.Chiara, S.Lucia e S. Domenico rappresentano la cristianità nel suo intimo, ognuna con una vita artistica e culturale diversa.

San Rufo: di origini altomedievali, il suo attuale aspetto barocco si deve a un rifacimento del 1748. Si trova nella piazza dove la tradizione individua il “centro d’Italia”, e ospita al suo interno un importante dipinto di scuola caravaggesca.

San Francesco: uno dei principali edifici religiosi di Rieti. È la seconda chiesa al mondo in ordine cronologico ad essere stata dedicata al culto di San Francesco, dopo l’omonima basilica di Assisi. Oltre alla chiesa, il complesso comprende un convento, e un piccolo oratorio intitolato a San Bernardino.

San Domenico: il 13 luglio 1234, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta di Rieti, papa Gregorio IX aveva canonizzato san Domenico di Guzmán. In quel periodo, in cui Rieti godeva di prosperità economica ed il Papa frequentemente faceva del Palazzo Vescovile la sua sede, furono erette in città anche le chiese degli altri ordini mendicanti: Sant’Agostino e San Francesco.

La chiesa di San Domenico fu iniziata nel 1266 dai frati domenicani, che abitavano in Rieti già dal 1263 celebrando nella chiesa dei SS. Apostoli, molto legati alla città nella quale san Domenico fu canonizzato; il relativo convento fu dichiarato formalmente eretto nel 1268.

Successivamente la chiesa cadde in uno stato di degrado e incuria, tanto che a fine Settecento si pensò alla sua demolizione; ma fortunatamente questa non avvenne e la chiesa fu restaurata e abbellita. Nel 1810 l’invasione napoleonica causò la soppressione dei conventi ed i domenicani furono cacciati fino alla restaurazione. Ma nel 1862, con l’Unità d’Italia, i frati furono cacciati definitivamente dal convento e la chiesa fu sconsacrata. L’intero complesso fu adibito a caserma, e nella chiesa venne ricavata la scuderia. All’inizio del Novecento la chiesa fu scorporata dalla caserma e divenne sede di una segheria, per poi essere completamente abbandonata negli anni successivi. Nel corso del secolo diverse opere di pregio vennero asportate dalla chiesa per permetterne una migliore conservazione: è il caso dell’altare, che fu trasferito nella chiesa di San Pietro Apostolo, e degli affreschi di Liberato di Benedetto, che negli anni Sessanta furono distaccati e trasportati al Museo civico. Il convento è ancora oggi parte dell’area militare della caserma Attilio Verdirosi e pertanto non accessibile al pubblico.

Negli anni novanta la caparbietà del parroco di Santa Lucia, don Luigi Bardotti, ha permesso di concentrare molti fondi pubblici e privati sul restauro della chiesa, che con il terremoto del 1979 aveva perso anche il tetto ed era invasa dalle erbacce. In seguito agli interventi di restauro (i più importanti furono la ricostruzione del tetto tramite venti capriate in legno e il consolidamento del campanile) la chiesa è stata riconsacrata nel 1999. Nel 2008 la chiesa è stata arricchita con l’installazione del Pontificio organo Dom Bedos-Roubo Benedetto XVI

Santa Chiara: edificio di culto del Quattrocento, realizzato per accogliere le Terziarie Francescane vicino alla storica abitazione di Angelo Tancredi, fidato amico di San Francesco. Nel 1570, grazie ad una donazione di Paolo Buonamici da Aspra, la chiesa fu ristrutturata ed intitolata a Santa Chiara.

Santa Lucia:  è un edificio di culto di Rieti. Si trova nella via omonima, a breve distanza dall’arco di Santa Lucia. L’annesso monastero occupa l’intero isolato delimitato dalla chiesa, da via San Pietro martire, da via Sant’Anna e da via dei Burò, ed è oggi sede di un polo culturale composto dalla biblioteca comunale Paroniana e dalla sezione archeologica del Museo civico di Rieti.

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